Post di Marco Crepaldi
Il Governo giapponese l'aveva annunciata da tempo e finalmente sono stati pubblicati i risultati della ricerca sugli hikikomori over 40. Nel precedente sondaggio del 2017, infatti, ci si era concentrati esclusivamente sulla fascia di età che andava dai 15 ai 39 anni, identificando ben 541.000 ritirati sociali.
Ebbene, chi sperava in un numero inferiore purtroppo rimarrà deluso perché gli isolati tra i 40 e i 64 nel paese nipponico sono addirittura più dei giovani e toccano la cifra record di 613.000 casi, con i maschi che rappresentano quasi l'80% del totale (fonte "The Japan Times"). Sommando i numeri emersi dalle due indagini, dunque, si supera abbondantemente il milione di hikikomori.
Andiamo a vedere nel dettaglio cosa ci dice questo importantissimo studio e proviamo a fare delle riflessioni in merito.
Losing You |
Alla ricerca hanno partecipato 3.248 persone, delle quali quarantasette sono risultate avere delle caratteristiche riconducibili alla definizione di hikikomori (che ricordiamo in Giappone è molto stringente e prevede un isolamento continuativo di almeno 6 mesi), di cui il 76,6% maschi e il 23,4% femmine.
Interessanti i dati relativi all'inizio dell'isolamento: il 27,7% si è ritirato tra i 20 e i 29 anni, l'8,5% durante i trenta, il 21,3% nel corso dei quarant'anni e ben il 19,1% dopo i cinquanta.
Sono davvero tutti hikikomori?
Nella mia interpretazione di hikikomori, che ho illustrato dettagliatamente nel libro "Hikikomori, i giovani che non escono di casa", ho sempre utilizzato come discriminante gli aspetti motivazionali che portano al ritiro.
L'hikikomori ricerca istintivamente l'isolamento a causa di forti difficoltà relazionali, paura del giudizio e, in generale, incapacità di sostenere pressioni e aspettative sociali. Ciò che causa la cronicizzazione della sua condizione, però, è lo svilupparsi di un'interpretazione della realtà che vede la società come un luogo negativo, lontano dai propri valori e dal quale è meglio tenersi distanti.
Raramente l'impulso all'isolamento sociale caratteristico dell'hikikomori si manifesta dopo i vent'anni (dal nostro sondaggio l'età media risultata essere chiaramente intorno ai 15 anni), proprio perché è soprattutto durante l'adolescenza che si costruisce l' identità sociale ed è sempre in questa fase della vita che si plasmano i valori e la propria interpretazione della realtà, che tenderà invece a stabilizzarsi durante la fase adulta (spiego il meccanismo psicologico in questo video).
Attenzione, ciò non significa che l'hikikomori non possa manifestarsi anche dopo i 30 anni, ma semplicemente lo ritengo raro e la mia ipotesi è che molte delle persone conteggiate nel sondaggio siano più semplicemente soggetti che si trovano in una condizione di emarginazione sociale, ma alla cui base non vi è una motivazione sovrapponibile a quella che caratterizza gli hikikomori.
Tale ipotesi è rafforzata dal fatto che, nella maggior parte dei casi, a detta degli stessi partecipanti allo studio, la condizione di ritiro è iniziata in seguito alla perdita del lavoro e molti hanno dichiarato di essere ritornati nella società una volta trovata una nuova occupazione.
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Conclusioni
Nella società moderna, oltre al fenomeno degli hikikomori, esiste più generale un tema legato alla crescente solitudine e alla disgregazione dei legami sociali. Fondamentale però distinguere quando l'isolamento avviene per volontà della persona e quando, invece, avviene per forze di causa maggiore o per un'attitudine solitaria.
Tuttavia, nonostante io ritenga che all'interno dei 613.000 over 40 identificati da questo ultimo sondaggio giapponese vi siano anche molti che non dovrebbero essere annoverati tra gli hikikomori, è evidente che si tratti comunque di un numero enorme che rilancia ulteriormente l'allarme sul fenomeno.
Il tema degli hikikomori adulti esiste è sarà, con il passare degli anni, sempre più impellente. La maggior parte di loro, tuttavia, inizia il proprio isolamento durante gli anni dell'adolescenza o della prima età adulta. Questo è giusto ricordarlo in modo da non fare confusione.
Per loro gli strumenti che abbiamo a disposizione sono davvero pochi, non avendo nemmeno più come potenziale alleata la scuola, cosa si può fare? Qui si apre un altro tema immenso (che ho già in parte trattato in post precedenti e nel mio libro) e le soluzioni possono essere le più diverse, ancora però tutte da creare.
Quello che è certo è che se non interveniamo ora, lavorando soprattutto in termini preventivi, tra non molti anni ci troveremo con un numero di hikikomori sovrapponibile a quello giapponese, e allora l'impatto sociale sarà devastante.
Presidente e fondatore "Hikikomori Italia"
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