Post di Marco Crepaldi Quando parliamo con un hikikomori ci accorgiamo di avere davanti una persona che soffre evidentemente, ma che, allo stesso tempo, si dimostra restia ad abbandonare la propria condizione , adducendo una serie di motivazioni a suo modo razionali: sostiene di stare bene nella solitudine, di non avere nulla da spartire con i coetanei, oppure di essere senza alternative, convinto che nessuno possa aiutarlo. Tale aspetto emerge anche da uno studio (presentato integralmente nel mio libro in uscita a febbraio) condotto su 288 madri e padri dell’ associazione genitori di Hikikomori Italia , la cui età media dei figli è risultata essere pari a 20 anni. Questi ultimi, secondo la maggior parte dei partecipanti al sondaggio (circa il 60%), avrebbe un’alta consapevolezza del proprio problema di ritiro, eppure, solo una minoranza di loro sembrerebbe predisposto a ricevere aiuto. Cerchiamo di capire perché. Losing You - LY Come descritto nel post
Associazione Nazionale Ritiro Sociale Volontario