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Visualizzazione dei post da 2015

L'hikikomori in televisione

L'interesse nei confronti dell' hikikomori sta lentamente crescendo anche in Italia. Sul web vengono creati ogni settimana decine di contenuti che riguardano questo fenomeno. Stessa cosa, invece, non si può dire per la televisione, che come spesso accade, è più lenta nel reagire ai cambiamenti sociali e rimane sempre un passo (o due) indietro rispetto alla rete. Uno dei primi a parlarne sul piccolo schermo è stato il Tg2 ( guarda il video )  nel 2009, riportando però una statistica poco realistica, ovvero che i casi di hikikomori in Italia fossero solo una cinquantina. Oggi, a sei anni di distanza dalla messa in onda del servizio, si stima che i giovani (e meno giovani) che vivono in condizioni di isolamento nel nostro paese sono circa 30.000. Un dato ben lontano rispetto a quello riportato dall'emittente nazionale. Anche Radio Deejay si è occupata del fenomeno attraverso il programma  Lorem Ipsum. Il mini-documentario realizzato è composto da spezzoni di t

Legalizzazione dei matrimoni gay in Giappone: perché tarda ad arrivare?

In questi ultimi giorni il tema della legalizzazione dei matrimoni gay è tornato alla ribalta dopo la sentenza della Corte Suprema degli USA che ha stabilito che negare la licenza matrimoniale a coppie dello stesso sesso è incostituzionale, soverchiando le singole norme locali e imponendo di fatto la legalità delle unioni omosessuali in tutti gli Stati Uniti. Qual è la situazione sulla legalizzazione dei matrimoni gay in Giappone? Anche nel paese del Sol Levante negli ultimi anni qualcosa si sta muovendo. Nella circoscrizione di Shibuya, ad esempio, è consentito rilasciare un "certificato di unione civile" a persone dello stesso sesso e altre amministrazioni locali stanno cercando di attivarsi in questo senso. Tuttavia, a livello nazionale il matrimonio egualitario rimane incostituzionale . La non legalizzazione dei matrimoni gay in Giappone è dovuta a barriere religiose? L'omosessualità in Giappone, fin dall'antichità, non è mai stata considerat

Intervista a Carla Ricci, antropologa e ricercatrice all'Università di Tokyo

ITA |  ENG Ho avuto la possibilità e il piacere di intervistare l'antropologa Carla Ricci (attualmente ricercatrice presso l'Università di Tokyo),  pioniera e massima esperta mondiale sul fenomeno degli  hikikomori . Nel 2008 pubblica un libro che tuttora rimane un punto di riferimento per chi si avvicina a questa tematica: "Hikikomori: adolescenti in volontaria reclusione" . Negli anni successivi pubblica altri 3 libri sull'argomento, l'ultimo dei quali uscito solo dieci mesi fa e dal titolo: "La volontaria reclusione. Italia e Giappone: un legame inquietante" . Di seguito riporto le sue risposte integrali. Grazie per aver deciso di partecipare a questa intervista. Come prima domanda vorrei chiederle perché ha deciso di dedicare i suoi studi all’hikikomori. Credo che il maggior interesse che dieci anni fa mi portò ad occuparmi di Hikikomori sia legato al fatto che fosse peculiarità del Giappone (di cui avevo già

Crollo delle nascite in Giappone: quali sono le conseguenze sociali della "Libido Crisis"?

Il crollo delle nascite in Giappone è ormai considerato un vero e proprio allarme sociale. Secondo una stima fatta dal quotidiano " Asahi Shimbun " la popolazione giapponese nel 2050 passerà dagli attuali 127,5 milioni di abitanti a 97,08 milioni. Il Giappone è anche uno dei paesi (insieme all’Italia) con l’età media della popolazione più alta. Nel 2011 le vendite dei pannolini per adulti hanno superato quelle dei pannolini per bambini. Le cause Sembrerà incredibile per chi conosce il Giappone come il paese dei “Love Hotel” a ore, dei manga con le ragazze dai seni giganteschi e delle violenze sessuali sulle metropolitane affollate. Eppure, una delle principali cause dietro al crollo delle nascite sembra proprio essere il calo del desiderio sessuale: quella che in Giappone viene definita senza mezzi termini una “libido crisis”. In un sondaggio della Japan Family Planning Association (che ha coinvolto 3000 soggetti, metà maschi e metà femmine) il 49,4% de

Le etichette sociali in Giappone

“Hikikomori” è solo una delle tante etichette sociali  coniate dalla società giapponese. Con “etichetta sociale” si intende una parola che viene utilizzata per catalogare una persona in un determinato gruppo sociale. Tali etichette sono spesso utilizzate in modo dispregiativo e discriminatorio , causando nei destinatari sofferenza e sentimenti di fallimento.   Anche in questo caso è il carattere individuale a fare la differenza: alcuni riusciranno a ignorare la propria etichetta e continueranno a vivere come meglio credono. Altri, invece, cercheranno di ribellarsi e faranno di tutto per sfuggire a una classificazione che li bolla come “sbagliati”. Altri ancora vivranno la propria etichetta sociale come una condanna e soffriranno passivamente. Perché è sbagliato utilizzare le etichette sociali? Il semplice uso delle etichette sociali è in grado di attivare in maniera automatica uno stereotipo . Infatti, quando noi affibbiamo l’etic

Non è una società per introversi

Chi è alla ricerca di un’occupazione, e si ritrova ogni giorno a leggere decide di annunci di lavoro, avrà sicuramente notato che tra i requisiti richiesti compaiono molto spesso precise disposizioni caratteriali. Frasi del tipo " cerchiamo persone dinamiche, positive ed estroverse " sono ormai inserite di default in gran parte degli annunci. Non mi stupirei più di tanto se leggessi requisiti di questo tipo in annunci per ruoli a contatto con il pubblico (come baristi o promoter), ma oggi un carattere “aperto” è richiesto anche a chi deve svolgere lavori di ufficio o comunque mansioni non a diretto contatto con i clienti. Il motivo di una tale richiesta è comprensibile:  nessuna azienda vorrebbe assumere una persona introversa  in quanto la capacità di creare relazioni positive con i colleghi è da ritenersi una qualità indispensabile per il buon funzionamento del gruppo e dell’organizzazione. Non tutti sono bravi a relazionarsi Questo può rappresent