La "New Start" è un'organizzazione no profit fondata dai coniugi Futagami con sede a Tokyo. Il suo scopo è quello di aiutare giovani con difficoltà di comunicazione e di integrazione nella società.
Ma prima di parlare della "New Start" è importante capire meglio quale sia la considerazione dell'hikikomori in Giappone.
Che ostacoli incontrano gli hikikomori quando cercano aiuto?
- l'hikikomori per la sanità Giapponese semplicemente non esiste. Questo comporta una serie di problemi, tra cui il fatto che molti pazienti affetti da questa sindrome vengono trattati come schizofrenici, con conseguenze spesso devastanti.
- Il secondo ostacolo sta nella famiglia. Spesso i genitori aspettano molto, troppo, tempo prima di chiedere aiuto ad un medico. Questo per diversi motivi, tra cui l'imbarazzo di avere un figlio "strano", diverso da quello che la società pretende.
- l'ultimo fattore che impedisce un rapido ed efficace intervento è spesso rappresentato dall'hikikomori stesso. Infatti, gran parte di questi, rifiutando qualsiasi contatto con il mondo esterno, non vogliono nemmeno avere a che fare con medici, psicologi, o chiunque si proponga di prestargli aiuto.
Il caso di Nagoya
Questa resistenza ha portato anche ad avvenimenti tragici, come "il caso di Nagoya". I fatti raccontano di un giovane hikikomori costretto con la forza in un centro di recupero, legato a una colonna con delle catene e lasciato così per quattro giorni. E' stato trovato morto con delle forti lesioni su tutto il corpo. Nella stanza con lui altre decine di ragazzi hikikomori giacevano in pessime condizioni, imprigionati, con tutte le porte chiuse dall'esterno, costretti alla vita di gruppo.
Dopo l'arresto il responsabile del centro giustificò le catene come mezzo necessario affinché i ragazzi non provocassero problemi ai genitori.
Questo fatto sconvolgente ci fa capire ancora una volta come non ci siano delle scorciatoie per uscire dall'isolamento. Ciò, infatti, deve essere un processo lento e graduale, operato con pazienza e gentilezza, piuttosto che con fretta e forza.
La New Start
L'inesistenza di un piano sanitario nazionale per il trattamento degli hikikomori comporta il proliferare di cliniche private e organizzazioni no profit, tra cui la "New Start".
Essenzialmente la New Start cerca di "convincere" i ragazzi hikikomori a lasciare la propria stanza per recarsi nei centri da loro gestiti per un graduale reinserimento nella società. Il metodo più utilizzato in questo senso è quello delle rental sisters (sorelle in prestito). Si tratta di ragazze volontarie che si presentano a casa del ragazzo e incominciano a stabilire un primo contatto attraverso la porta chiusa. Parlano, talvolta anche solamente tramite un cellulare, oppure con delle lettere passate sotto la porta. L'obiettivo è quello di stabilire un grado di comunicazione e di fiducia sempre maggiore, fino al convincimento del ragazzo. Tuttavia, prima che l'hikikomori decida di aprire la porta possono essere necessarie numerose visite, in alcuni casi anche anni.
Purtroppo però, non sempre i buoni propositi bastano. Circa il 30% dei ragazzi avvicinati dalle rental sisters decide de non lasciare la propria stanza, mentre un 10% inizia il programma di recupero salvo poi far ritorno alla vita da hikikomori.
Questi dati suggeriscono la necessità di una formazione adeguata per poter fornire un aiuto stabile e duraturo. Ciononostante, è anche grazie alle organizzazioni di volontariato come la "New Start" che il ragazzo hikikomori può mantenere vive la speranze in un futuro lontano dalla propria prigione.
Se vuoi saperne di più sulla New Start leggi le interviste di due ex volontarie italiane:
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