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Il 10% degli adolescenti italiani è hikikomori? Analizziamo l'ultimo studio del CNR

 

Secondo un recente studio, pubblicato su Nature nel gennaio 2025, il 10% degli adolescenti italiani si troverebbe in una condizione di estremo ritiro sociale, sovrapponibile a quella degli hikikomori. Ma è davvero così?

Il dubbio è legittimo, anche perché ad occuparsi della ricerca è stato ancora una volta il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), che già in passato aveva pubblicato una studio sull'isolamento sociale giovanile ricco di criticità, frutto verosimilmente di una scarsa conoscenza del fenomeno.

Andiamo allora a vedere insieme i punti chiave di questo nuovo studio per capire meglio quali aspetti sono emersi.



Il campione dello studio

Lo studio ha come principale obiettivo quello di comprendere quanto e come il lockdown del Covid-19 abbia impattato sulle attitudini sociali degli adolescenti italiani di età compresa tra i 14 e i 19 anni. Già da questo primo dato anagrafico capiamo subito come il campione si concentri su una fase evolutiva estremamente specifica, mentre l'hikikomori tende a cronicizzare ben oltre questo periodo dell'esistenza.

Non si può parlare nemmeno di "adolescenti" in generale, dato che il campione esclude tutti i ragazzi e le ragazze della Scuola Secondaria di Primo Grado. Una mancanza importante, dato che l'inizio del ritiro sociale volontario sembra stia diventando sempre più precoce e riguarda spesso persino gli studenti delle Scuole Medie.


Le tre categorie identificate

Sulla base delle attitudini sociorelazionali, i ricercatori hanno individuato tre distinti gruppi: le “farfalle sociali", "gli amico-centrici” e i "lupi solitari".

Nelle "farfalle sociali" ci sono i giovani che presentano maggiori competenze sociorelazionali, con frequenti interazioni faccia a faccia, sia con gli amici che con i propri genitori e parenti. Al contrario "gli amico-centrici" prioritizzano le relazioni amicali e trascorrono invece meno tempo con i familiari. Infine i "lupi solitari" rappresentano quei giovani che hanno poche relazioni sociali dirette, sia con gli amici che con il proprio nucleo parentale. 

Quest'ultimo gruppo è più che raddoppiato nello spazio di soli tre anni, ovvero tra il 2019 e il 2022, passando dal 15% a quasi il 40%. Ma tra i "lupi solitari" i ricercatori hanno identificato un ulteriore sottogruppo di soggetti ancora più isolati, ovvero coloro che non incontrano mai i propri coetanei al di fuori del contesto scolastico. Questa popolazione in letteratura viene talvolta definita "pre-hikikomori", mentre nella nostra Associazione sono identificati come hikikomori in Fase 1. La loro caratteristica principale è quella di essere completamente isolati dalla società, ad eccezion fatta per la scuola. Non perché la scuola sia l'ambiente che soffrono di meno, bensì perché è quello che temono di più abbandonare per via delle ripercussioni psicosociali e per timore delle pressioni genitoriali.

Ebbene, questa sottocategoria estrema dei "lupi solitari" sembra essere raddoppiata negli ultimi anni, passando da poco più del 5% nel 2019 a quasi il 10% nel 2022. Si tratta di un dato drammatico, poiché parliamo di persone che sono a forte rischio abbandono scolastico e cronicizzazione dell'isolamento.


L'isolamento è sempre più trasversale

Dalla ricerca emerge anche come la tendenza all'isolamento sociale si sempre più diffusa nei giovani, senza particolari distinzioni di genere, status socioeconomico o contesto geografico di provenienza. Le relazioni dirette (ovvero quelle offline) sono diminuite trasversalmente in tutti e tre i gruppi identificati, anche in quelli più socievoli. La cause principali sembrano riconducibili a una perdita della fiducia relazionale e all'iper-connessione.

Tuttavia, sul tema dell'abuso dei social network dallo studio emerge un dato molto interessante: se infatti questi vengono sempre più utilizzati dalle "farfalle sociali" e dagli "amico-centrici", che hanno addirittura raddoppiato il loro consumo nei tre anni presi in considerazione dallo studio, per quanto riguarda i "lupi solitari", non solo l'utilizzo dei social network non è aumentato, ma è persino calato!

Ciò conferma che chi è più isolato tende a rifiutare i social network proprio perché queste piattaforme generano ansia sociale a causa del continuo confronto con gli altri. Nelle forme più estreme di ritiro sociale (come nella Fase 3 dell'hikikomori) si verifica infatti una progressiva disconnessione poiché anche le interazioni digitali, attive o passive, cominciano a essere sempre più sofferte.


Conclusioni

Lo studio conferma ciò che la nostra Associazione segnala da tempo, ovvero che il fenomeno del ritiro sociale volontario è in aumento, in tutta Italia. 

Non supera però alcuni dei principali limiti riscontrati nello studio precedente, come per esempio la questione genere. La ricerca del CNR sembra infatti suggerire che l'isolamento sociale riguardi tanto i maschi, quanto le femmine. Anzi, dal presente studio emerge come le ragazze ne siano colpite ancora più dei ragazzi, in netto contrasto con la letteratura internazionale. Ma il punto è che questo studio, così come i precedenti condotti finora in Italia, compreso quello dell'ISS, indagano il ritiro sociale moderato, non quello estremo, tipico del fenomeno degli hikikomori. Infatti il campione è sempre composto da studenti frequentanti, che per quanto siano isolati, continuano ad andare a scuola e dunque ad avere un contatto con la società. Se andiamo invece a vedere il genere di coloro che hanno già abbandonato la scuola, ci accorgeremo che i maschi sono in netta maggioranza. Ignorare che il fenomeno del ritiro sociale sia fortemente influenzato dal ruolo di genere rischia dunque di fuorviarne la comprensione, soprattutto per quanto riguarda le cause che lo favoriscono.

C'è poi il tema Covid: secondo i ricercatori il lockdown avrebbe avuto un impatto decisivo sull'aumento dei numeri, ma ciò non è stato pienamente dimostrato dallo studio. Certo, i casi più significativi di ritiro sono raddoppiati dal pre al post Covid, ma potrebbero continuare a crescere con la stessa frequenza anche nei prossimi anni. 


Marco Crepaldi

Psicologo
Presidente fondatore Hikikomori Italia


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