Ci sono davvero oltre 50 mila hikikomori adolescenti in Italia? Analisi critica dello studio del CNR
Lo scorso 2 marzo 2023 sono stati comunicati i risultati del primo grande studio quantitativo sul fenomeno degli hikikomori in Italia (lo trovate a questo link). La ricerca è stata condotta dal CNR IFC Istituto di Fisiologia Clinica, in collaborazione con l'Associazione Gruppo Abele Onlus di Torino. Come strumento di raccolta dati è stato utilizzato il questionario ESPAD®Italia 2021, che da molti anni ormai analizza i consumi psicoattivi (alcol, tabacco, ecc.) e altri comportamenti a rischio degli studenti delle scuole superiori tra i 15 e i 19 anni.
In questo articolo metteremo in evidenza quelli che sono i dati più interessanti emersi dallo studio del CNR, ma anche quelli che sono i numerosi limiti che abbiamo rilevato.
La possibile sovrapposizione con la dispersione scolastica
La sottostima del fenomeno del bullismo
Solo lo 0,4% ha dichiarato di subire bullismo e poco più dell’1% ha ammesso di venire deriso o giudicato negativamente. Queste percentuali appaiono estremamente basse, anche a voler essere molto ottimistici. Secondo i dati raccolti dal Ministero dell'Istruzione tramite la Piattaforma ELISA, il bullismo riguarderebbe circa il 22% degli studenti italiani, e una stima sovrapponibile è stata rilevata anche dall'ISTAT.
Il fatto che in questo specifico studio il fenomeno del bullismo risulti così poco impattante, può far ipotizzare che la domanda non sia stata compresa correttamente dai rispondenti. Inoltre, dividere le casistiche "essere derisi" e "subire bullismo" non è corretto, dato che le derisioni rientrano a tutti gli effetti all'interno del bullismo psicologico.
Cosa si intende per "isolamento significativo"?
Il 18,3% dei partecipanti ha dichiarato di essersi isolato per un periodo di tempo “significativo”. Isolamento per lo studio è inteso come “non andare a scuola e/o frequentare amici e/o conoscenti”, ma cosa si intende per “periodo di tempo significativo”? Questo è il punto chiave. Per lo studio un periodo di tempo significativo può corrispondere anche a una settimana o addirittura a meno. In questa casistica ovviamente si colloca la stragrande maggioranza dei rispondenti, eppure rimanere isolati per qualche giorno non significa necessariamente avere un problema di isolamento sociale. Anzi, per un adolescente non uscire con gli amici per meno di una settimana può essere un comportamento assolutamente fisiologico e per nulla preoccupante. A parziale conferma di ciò, c'è anche il dato secondo cui addirittura il 78,7% di coloro che hanno dichiarato di essersi isolati ha comunque mantenuto contatti con amici e conoscenti.Se andiamo a vedere chi si è isolato da una settimana o meno, scopriremo che sono in maggioranza donne, ma se saliamo con la durata dell'isolamento, ecco che che le percentuali si spostano sempre di più sugli uomini. Nella casistica "isolato da oltre 6 mesi", ovvero il range di tempo che il governo giapponese ha identificato come minimo per definire una persona hikikomori, gli uomini sono quasi il doppio delle donne, a conferma che la sindrome da ritiro sociale cronico sia un problema fortemente connotato al genere, come confermato anche dai dati raccolti dalla nostra associazione e dagli studi internazionali.
In ogni caso, il fatto che nello studio siano stati inseriti nello stesso calderone persone che sono state isolate per meno di una settimana, con persone isolate da sei o più mesi, rende confusi e di difficile interpretazione la maggior parte degli altri dati raccolti a partire da questo sottocampione di studenti.
Non sono chiare le cause dell'isolamento
La stragrande maggioranza di coloro che hanno dichiarato di essersi isolati per un periodo di tempo significativo, ha poi ammesso di averlo fatto per non meglio specificati "problemi di natura psicologica", ma in questa casistica rientrano soprattutto le ragazze. Quali sono invece i motivi che hanno spinto i ragazzi, ovvero coloro tendenzialmente più gravi, a isolarsi? Non si sa. Molti infatti ricadono nella casistica “altri motivi”, il che fa pensare che tra le risposte della domanda manchino del tutto alcune delle motivazioni chiave alla base del fenomeno hikikomori, che non sono state inserite forse per una scarsa conoscenza dello stesso. Il punto è che le cause del ritiro sono fondamentali per discernere l’hikikomori dalle altre forme di isolamento sociale, e non aver raccolto questo dato e una grave lacuna.
Anche quando è stato chiesto ai partecipanti il perché non abbiano mantenuto i contatti con gli amici durante il periodo di isolamento, al primo posto tra le risposte c’è ancora una volta “Altri motivi”. Qui pesa forse il fatto che originariamente il questionario non è stato costruito per indagare il fenomeno del ritiro sociale volontario, ma sia stato adattato a tale scopo solo in un secondo momento ed evidentemente non in modo adeguato.