Nell’edizione 2013 del Dizionario
Italiano Zanichelli per la prima volta compare il termine “hikikomori”. Ebbene sì, ce l’abbiamo fatta. L’Oxford
Dictionaries includeva il vocabolo già dall’ottobre del 2010:
"(in Japan) the abnormal
avoidance of social contact, typically by adolescent males/a person who avoids
social contact."
Arriviamo tardi, manco a dirlo.
In più, se provate a cercare “hikikomori”
in tutti i principali vocabolari italiani online (Corriere della Sera, Hoepli,
Treccani, La Repubblica), nessuno di essi vi darà alcun risultato.
Questa mancanza trova giustificazione
nel quasi totale disinteresse mostrato dall’Italia nei confronti di questa
condizione. Ogni anno molti ragazzi si chiudono all’interno della propria
stanza, ma fuori nessuno sembra accorgersene. A volte ci si limita a chiamarli “strani”,
“pazzi” o “depressi”, ignorando quali siano le vere ragione che spingono un
giovane a compiere tale gesto, non accorgendosi delle responsabilità di una
società sempre più malata.
L’hikikomori è entrato a far
parte del vocabolario italiano, ma solo formalmente, perché le persone che
conoscono questo fenomeno sono ancora un numero infinitesimale rispetto alla
totalità della popolazione. L’Italia non conosce, non sa, ma giudica.