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Hikikomori e inserimento lavorativo: pubblicate le prime indicazioni istituzionali in Piemonte





In questi anni di attività dentro l’associazione deigenitori, abbiamo riscontrato grande sconforto delle famiglie che hanno figli adulti in isolamento sociale volontario. Abbiamo quindi ritenuto importante sensibilizzare le istituzioni affinché si prendessero carico di questo problema che, se non gestito, potrà riguardare nei prossimi anni una percentuale altissima di persone con un'età media crescente, non solamente adolescenti.

Le prime istituzioni che stanno comprendendo il problema sono quelle del Piemonte. A meno di un anno dalla sottoscrizione del protocollo di intesa tra la associazione Hikikomori Italia Genitori e la Regione Piemontee l’USR Piemonte, accompagnata dalla pubblicazione delle indicazioni per le famiglie e per le scuole, il 16 ottobre 2019 la Regione Piemonte ha pubblicato le indicazioni per aiutare le persone ritirate piemontesi adulte a reinserirsi nel mondo del lavoro.

Le indicazioni sono state scritte tenendo conto delle diverse criticità da gestire, ossia le problematiche tipiche della persona in ritiro sociale (difficoltà a sostenere orari fissi e un impegno continuativo).






Il documento è stato scritto con il duplice obiettivo di:
  • illustrare e far comprendere agli enti pubblici e privati che si occupano di inclusione socio lavorativa quali sono le caratteristiche del disagio hikikomori, i suoi diversi stadi gravità, e le difficoltà che le persone in ritiro sociale possono avere nel corso di un inserimento lavorativo;
  • orientare le persone in ritiro sociale e le loro famiglie tra gli strumenti di inserimento lavorativo attualmente disponibili nel territorio piemontese.

Pertanto la doppia finalità è coniugare le necessità di dotare le amministrazioni di indicazioni per aiutare i soggetti in isolamento sociale volontario a trovare percorsi lavorativi adatti a loro e illustrare agli stessi come si può tentare un reinserimento sociale attraverso il lavoro.

Il documento illustra la difficoltà che le persone ritirate incontrano nell’affrontare il mondo del lavoro e evidenzia come gli strumenti di inserimento lavorativo possano essere direttamente fruiti da quelle persone che si trovano nella fase 1, ossia nella condizione iniziale di ritiro, e che invece le persone con un ritiro più profondo debbano essere preliminarmente aiutate, tramite un percorso familiare o di sostegno specifici, a ritrovare un soddisfacente benessere psicofisico prima di essere orientate all’inclusione lavorativa. Questo ultimo aspetto sarà oggetto di ulteriore approfondimento.


Quali sono le novità introdotte?


Il documento “Hikikomori e politiche di inclusione socio-lavorativa” vuole creare un ponte informativo tra le persone in ritiro sociale e gli strumenti di inserimento (tirocini e forme di lavoro atipiche) già disponibili in Piemonte. Si intende cioè spiegare che avvicinare una persona ritirata al lavoro è possibile e che esistono diversi strumenti per un inserimento graduale e non invasivo.


Quali sono gli strumenti che possono rispondere alle esigenze delle persone in ritiro sociale?


Si sono analizzati diversi strumenti che si caratterizzano per la finalità formativa, o per la durata temporale limitata, o per le forme di tutoraggio e accompagnamento previste. In sintesi sono le seguenti:

Tirocinio
  • i buoni servizi lavoro per soggetti svantaggiati
  • i tirocini di inclusione sociale
  • il programma Garanzia Giovani

Strumenti di inclusione socio - lavorativa
  • PASS

Contratti di lavoro atipici
  • telelavoro
  • prestazioni occasionali
  • lavoro intermittente

Per ognuno di questi strumenti si illustrano le caratteristiche generali e si rimanda, ove possibile, agli enti da interpellare per l’attivazione.


Quali sono gli ambiti in cui, una persona ritirata, e spesso quindi priva di esperienza e/o titolo di studio, può proporre la propria opera?


La analisi del fenomeno ha evidenziato che le persone ritirate normalmente continuano ad occuparsi della propria crescita culturale e che pertanto sviluppano competenze, anche specialistiche, in diversi ambiti quali, ad esempio, la programmazione software, l’ICT, la grafica, le lingue straniere.

La Regione Piemonte evidenzia che, anche in assenza di un titolo di studio o di una esperienza che attesti le capacità delle persone, possono essere attivati percorsi di identificazione, validazione e certificazione delle competenze a cura degli enti accreditati a svolgere queste attività. Al termine di questi percorsi di valutazione, la persona ritirata si potrà trovare in possesso di un attestato che servirà a dimostrare all’esterno la propria competenza, pur non avendo formalmente studiato o lavorato nel settore.


Come superare il grosso scoglio della difficoltà che una persona ritirata prova a recarsi presso gli enti per l’attivazione dei percorsi previsti?


Le persone hikikomori, essendo ritirate, avranno difficoltà a cercare aiuto presso gli enti preposti alla attivazione di questi strumenti. La commissione che ha redatto il documento ne è pienamente consapevole. In questa fase, pertanto, l'associazione Hikikomori Italia Genitori si offre di fare da collegamento tra le persone ritirate e le istituzioni, per un affiancamento che faciliti l’utilizzo degli strumenti disponibili. Per informazioni scrivere a piemonte@hikikomoriitalia.it.


Che cosa si può fare se non si vive in Piemonte?


La normativa per la gestione dei tirocini e dei percorsi di inclusione è regionale, per cui per tali aspetti il documento potrà essere applicato nell’ambito territoriale del Piemonte. Tuttavia, anche altre regioni di Italia attuano forme di inserimento che possono adattarsi al ritiro sociale, per cui le normative specifiche possono essere adattate localmente. Invece le tipologie contrattuali di lavoro indicate sono valide su tutto il territorio nazionale e possono quindi essere attivate in tutto il nostro paese.

Dopo questo importante punto di partenza, che fungerà da sperimentazione attiva, ci adopereremo affinché tale esempio virtuoso venga allargato a livello nazionale e affinché nascano altre opportunità e strumenti di aiuto.

Ora la parte difficile deve ancora venire, ossia la applicazione delle indicazioni. Lo faremo con determinazione e voglia di rompere con il passato. Questo documento vuole essere un solco, un punto di partenza da sperimentare per affrontare quello che oggi è ancora un problema di cui si sa poco e per il quale si fa poco. Ringraziamo quindi davvero di cuore la Regione Piemonte e l’USR Piemonte per la serietà, la competenza e anche per la generosità e il sacrificio messi in atto per aprire una speranza per migliaia di persone ritirate e per le loro famiglie.

Elena Carolei
Presidente Hikikomori Italia Genitori
elena.carolei@hikikomoriitaliagenitori.it



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