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La lettera di Hikikomori Italia Genitori al Ministero dell'Istruzione!





Gentilissimo Direttore,

in questo periodo di confinamento della popolazione presso le proprie abitazioni, e di un ripensamento della didattica per tutti quegli studenti che non possono frequentare le lezioni, si rivela spontaneo e urgente riprendere in mano la spinosa questione dei circa 100.000 ragazzi hikikomori, già trattata in apposita commissione tecnica presso il Vostro Ministero.

Ora più che mai, con grande rimpianto, molte migliaia di genitori stanno valutando quanto un intervento precoce di didattica a distanza avrebbe potuto permettere ai propri figli, che soffrono del disagio hikikomori, di non rimanere esclusi dal circuito scolastico e di poter proseguire gli studi, anche prima di questo periodo di eccezionalità per tutti.

Di fronte ad un'emergenza tanto imprevista quanto gravosa, la scuola ha mostrato di sapersi ripensare e di riuscire ad attivare tutte le strategie necessarie perché si ristabilisse la relazione con gli studenti, forzatamente chiusi nelle proprie case.

Pertanto, oltre ad auspicare la riattivazione urgente del suddetto tavolo tecnico, ora più che mai è urgente inserire tra le indicazioni ministeriali alle scuole, ai sensi del D. Lgs.22 del 8/4/20, una nota che induca gli istituti scolastici ad utilizzare come modalità ordinaria per gli studenti hikikomori la didattica a distanza e le modalità inclusive già operative e indicate nel “PROTOCOLLO D’INTESA TRA REGIONE PIEMONTE, L’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL PIEMONTE del MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA, E L’ASSOCIAZIONE HIKIKOMORI ITALIA GENITORI ONLUS PER LA PROMOZIONE DELLA CULTURA E LA DEFINIZIONE DI STRATEGIE D’INTERVENTO SULL’EMERGENTE FENOMENO DEL RITIRO SOCIALE VOLONTARIO (HIKIKOMORI)”, da cui è scaturito il comitato tecnico presso il Vostro Ministero.

Al di fuori del succitato protocollo di intesa, fino ad oggi molto spesso la scuola italiana ha attuato interventi disomogenei, poco articolati, se non inadatti, per contrastare questa nuova forma di dispersione scolastica, mostrandosi impreparata ad affrontare un problema abbastanza nuovo per l'Italia, ma di sicuro dilagante.

E allora è proprio questo il momento perché la scuola si volti poco dietro, per vedere cosa è stata in grado già di fare e che soprattutto si concentri sul momento attuale, per prendere coscienza di cosa è stata capace di attivare per tutti i ragazzi costretti a casa, non per scelta.


I temi su cui accendere la riflessione sono:

  • Come si sta rispondendo al problema del ritiro sociale volontario ora?
  • Cosa ha ripensato la didattica a distanza per raggiungere, individualmente, tutti quei giovani che già prima d'ora si erano allontanati dalle aule per chiudersi in casa?
  • Come stanno rispondendo questi studenti al momento attuale?
  • Come vengono collocati all'interno di un contesto che vede tutti gli studenti italiani nelle loro case?

Alla luce di queste debite riflessioni e di un anno scolastico che si approssima alla sua conclusione, è importante e urgente ripensare a una didattica inclusiva per tutti, ossia per coloro che non possono andare a scuola ora e per tutti gli altri che non riuscivano già da prima.

Di seguito alcune nostre proposte da attivare per l’inclusione dei ragazzi in ritiro sociale volontario:

  • Raccomandare alle scuole di individuare, per i ragazzi hikikomori, forme di coinvolgimento a distanza, tenendo conto della particolare condizione psicologica ed emotiva di ciascun allievo, pur nel rispetto dell’autonomia delle singole istituzioni scolastiche.
  • Riservare particolare attenzione all'opportunità di inserire l'alunno all’interno delle classi virtuali, o piuttosto di stabilire il dialogo educativo in forma individuale, avvalendosi del personale qualificato dell’assistenza specialistica, ove prevista, e/o dei docenti che hanno seguito il ragazzo.
  • Adottare criteri di valutazione flessibili che tengano conto della individualità di ogni alunno. In particolare si richiama alla possibilità di mettere in atto, o di adeguare, le misure già previste all’interno del Piano Didattico Personalizzato, ove presente, e di verificare se altri alunni in ritiro sociale volontario possono beneficiare delle nuove indicazioni sulla didattica a distanza e prendervi parte. (In generale la valutazione dovrebbe tenere conto dei livelli di partenza e dei progressi compiuti dall’allievo, nonché dell’impegno profuso. Vista l’ampiezza del problema del ritiro sociale volontario, la valutazione di questi ragazzi dovrebbe essere globale e multifattoriale. In tal senso si rimarca l’opportunità di verifiche concordate con l’alunno, che ne favoriscano l’espressione in piena serenità e tranquillità.)


Si chiede inoltre di allentare alcuni aspetti del D.Lgs. 22 dell/8/4/2020 che possono parere ulteriormente discriminatori per i ragazzi hikikomori afferenti al sistema scolastico, pur essendo iscritti in scuole private o centri di formazione professionale.


Ci riferiamo al diverso trattamento previsto per gli allievi privatisti, alla cui categoria molti dei ragazzi hikikomori purtroppo appartengono.

  • In riferimento agli esami di idoneità, osserviamo che prevedere lo svolgimento in presenza proprio ai ragazzi hikikomori, che per la natura del loro disagio non escono di casa, è un paradosso che potrà addirittura determinare l’insuccesso scolastico.
  • Inoltre, per quel che riguarda gli esami di Stato conclusivi del secondo ciclo, se da una parte le prove riservate ai candidati esterni nella sessione straordinaria, e al di fuori del contesto condiviso con il gruppo classe, possono essere preferibili da buona parte dei ragazzi ritirati, per altri ragazzi, un dispari trattamento può produrre un trauma psicologico che aggrava i vissuti di scarsa autostima che alimentano il ritiro sociale.
La soluzione potrebbe essere di poter prevedere, per i ragazzi hikikomori, delle deroghe, su richiesta motivata della famiglia.
  • Notevole discriminazione riguarda inoltre tutti quegli studenti che afferiscono al sistema della IeFP gestito dalle Regioni.
  • In tali corsi, seppure ordinamentali, non è prevista l'attribuzione di dispositivi informatici ad uso degli allievi
  • È richiesta la fruizione di formazione a distanza in modalità sincrona.
  • Sarebbe auspicabile che anche i nostri figli iscritti a questi corsi potessero beneficiare dell’assegnazione degli strumenti informatici per la fruizione dei percorsi online, e che anche in tali corsi vengano istituite le medesime modalità formative e di valutazione previste per chi frequenta la scuola pubblica.

Ci riferiamo in particolare alla valorizzazione di una didattica a distanza asincrona già consentita nella scuola pubblica, fondamentale per i ragazzi hikikomori, il cui disagio si esprime tipicamente attraverso l’inversione del ritmo sonno-veglia.

Crediamo che in questo periodo un'attenzione del Ministro al problema dell’inclusione dei ragazzi hikikomori sarebbe di grandissimo impatto per poter permettere la prosecuzione degli studi ai nostri ragazzi anche negli anni futuri.
Ringraziando per l’attenzione, e per le strategie che potrete avviare, resto in attesa di riscontro e rimango a disposizione per contribuire alla definizione di azioni inclusive per i ragazzi hikikomori.

Cordiali saluti

Elena Carolei


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