Quando parliamo con un hikikomori ci accorgiamo di avere davanti una persona che soffre evidentemente, ma che, allo stesso tempo, si dimostra restia ad abbandonare la propria condizione , adducendo una serie di motivazioni a suo modo razionali: sostiene di stare bene nella solitudine, di non avere nulla da spartire con i coetanei, oppure di essere senza alternative, convinto che nessuno possa aiutarlo. Tale aspetto emerge anche da uno studio (presentato integralmente nel mio libro in uscita a febbraio) condotto su 288 madri e padri dell’ associazione genitori di Hikikomori Italia , la cui età media dei figli è risultata essere pari a 20 anni. Questi ultimi, secondo la maggior parte dei partecipanti al sondaggio (circa il 60%), avrebbe un’alta consapevolezza del proprio problema di ritiro, eppure, solo una minoranza di loro sembrerebbe predisposto a ricevere aiuto. Cerchiamo di capire perché. Losing You - LY Come descritto nel post relativo ai tre stadi dell’hikiko...
Associazione Nazionale Ritiro Sociale Volontario