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Visualizzazione dei post da giugno, 2013

Il padre che non c'è: il ruolo della figura paterna in Giappone

La separazione dei ruoli tra maschi e femmine è una tradizione ancora molto forte nella cultura giapponese moderna. Il padre lavora e pensa al sostentamento economico della famiglia, mentre la moglie si occupa della casa e dell’educazione dei figli. Questa premessa è fondamentale per comprendere meglio ciò che sta accadendo in questi anni in Giappone. A causa della crisi economica  i ritmi di lavoro sono diventati insostenibili . La competitività del mercato costringe a orari estenuanti e capita spesso che gli uomini rincasino molto tardi la sera, con l’unico desiderio di riposare. Uno stile di vita di completa abnegazione per il lavoro che, tuttavia, è considerato motivo di orgoglio e un dovere morale nei confronti della propria famiglia. Questo spirito di sacrificio può essere ricollegato a una caratteristica della cultura giapponese molto antica: la lealtà bushido, “la via del guerriero”, ovvero un codice di condotta e un modello di vita che esige il rispett

Il sistema scolastico giapponese: "l'inferno degli esami"

Spesso si sente parlare del sistema scolastico giapponese come uno dei migliori al mondo, dove disciplina e rigore sono ritenuti elementi imprescindibili per l’apprendimento. Tuttavia, un sistema così rigido nasconde spesso diverse inside e può avere degli esiti imprevisti, tra i quali vi è anche l' hikikomori . Losing You - LY Vediamo quali sono le principali caratteristiche del sistema scolastico giapponese : Scuola pubblica verso scuola privata  Mentre in Italia la scuola pubblica è la norma e la scuola privata un lusso per pochi, in Giappone le cose si invertono. Gli istituti privati sono diventati gli unici che consentono di ottenere un diploma spendibile nel mondo del lavoro . Così, i genitori spesso fanno enormi sacrifici per mandare i propri figli nelle scuole più care e prestigiose. Un sistema gerarchizzato Come lasciato intuire, in Giappone esiste una precisa gerarchia degli istituti e delle università  che vede in vetta la presti

Ijimè (bullismo): "il chiodo che sporge va preso a martellate"

L ’aver subito atti di bullismo a scuola rappresenta un grave fattore di rischio per quanto riguarda l’ hikikomori . In Giappone le dimensioni di questo fenomeno sono inquietanti: in un sondaggio del 1994, il 54% degli alunni delle scuole medie ha dichiarato di aver subito bullismo. Losing You - LY La piaga del bullismo nelle scuole è presente in quasi tutte le nazioni del mondo, ma in Giappone,  all’interno della cultura giapponese, esso sembra assumere alcune caratteristiche particolarmente rilevanti . L’ ijimè (parola che deriva dal verbo ijimereru , ovvero “tormentare”) viene considerato un marchio d’infamia e subirlo equivale spesso ad ammettere il proprio fallimento nella società. I casi di suicidio correlati sono numerosissimi. Un’altra modalità caratteristica del bullismo giapponese è lo shikato , che consiste nell’isolamento totale della vittima , esclusa da ogni gruppo e trattata da tutti come se non esistesse. Si può capire come qu

"Amae": la dipendenza tra genitori e figli causa dell'hikikomori

Il concetto di amae è fondamentale per comprendere meglio il fenomeno degli hikikomori . Esso esprime, in sostanza, una relazione di dipendenza tra madre e figlio, un rapporto simbiotico. Il termine è stato usato per la prima volta da Takeo Doi nel 1973 (all'interno del libro: "Anatomia della dipendenza" ) e non è altro che il sostantivo del verbo ameru che significa “dipendere da e presumere benevolenza dall’altro”. La traduzione non è letterale, in quanto, nelle lingue Occidentali, una parola corrispondente all’ amae non esiste . Perché? Secondo lo stesso Doi ci troveremmo di fronte ad un sentimento esclusivamente giapponese. A tal proposito egli dice: “[…] il fattore che il termine amae esiste in Giappone, mentre manca nelle lingue occidentali, può essere interpretato come segno che, contrariamente a ciò che avviene in Occidente, i giapponesi sono particolarmente sensibili all'amae e vi attribuiscono una grande importanza.”

Italia: più di 2 milioni di NEET

Secondo il rapporto Istat 2013, presentato il 22 maggio scorso, sono  2 milioni e 250mila i giovani italiani di  età compresa tra i 15 e i 29 anni  che non studiano e non lavorano . L'Istituto Nazionale di Statistica sottolinea, inoltre, che l'Italia ha la quota di NEET più alta di tutta Europa. Alla luce di questi dati allarmanti, mi viene spontaneo chiedere: per quanto tempo ancora l'Italia potrà ignorare il fenomeno degli hikikomori ? E' evidente che la crisi economica, sbarrando le porte del mondo del lavoro ai giovani, può essere un elemento che favorisce l' inattività , l'apatia, il distaccamento dalla società e, nei casi più estremi, il ritiro. Spesso, infatti, l'hikikomori inizia in modo graduale . Il soggetto può trovarsi costretto a trascorrere molto del suo tempo in casa, e ciò può comportare un lento adattamento alla vita solitaria. Essa può essere inizialmente percepita dal soggetto stesso come transitoria e facilmente modifica

Nel mondo di un hikikomori

I n questo post voglio cercare di entrare nel mondo di un hikikomori partendo da un video. Il filmato in questione riguarda uno degli anime più famosi e apprezzati degli ultimi anni: “ Welcome to the NHK ” (titolo originale: “NHK ni Youkoso!”). Uno dei motivi del suo successo è sicuramente da attribuire al tema trattato, ovvero quello degli hikikomori. Perché ho scelto questo video? Per due motivi: - il primo : gli anime e i manga veicolano moltissimo della cultura Giapponese, dai modi di comunicare al cibo, dai costumi ai miti. Insomma, quando guardi un anime apprendi molte cose sul modo di vivere Nipponico; - il secondo : offre diversi spunti di riflessione. Questi sette minuti di video mi danno la possibilità di toccare diverse tematiche, “estraendole” direttamente dalla bocca di un hikikomori.    1. La stanza                   La prima cosa che colpisce è l’ambientazione, la stanza. C’è molto disordine (lattine vuote, panni stesi, riviste