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Personalmente, ritengo poco sensato e scarsamente utile in termini pratici fare riferimento a tale definizione in modo rigido.
L'hikikomori, per come lo intendo io, è una pulsione all'isolamento sociale che può essere più o meno intensa e meglio o peggio contrastata dal soggetto che la esperisce in base a una serie di fattori personali e ambientali (temperamento, ambiente famigliare, ambiente scolastico, ambiente sociale, ecc.).
L'isolamento totale e prolungato descritto nella definizione precedentemente citata, non è che l'ultima fase di un processo graduale, ovvero quando il soggetto che percepisce la pulsione a isolarsi, decide, per una serie di concause, di abbandonarsi a essa e smettere di provare a contrastarla.
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Losing You - LY |
Sulla base dei miei studi, ho ipotizzato di suddividere l'hikikomori in 3 stadi:
Primo stadio
Primo stadio
Il ragazzo o la ragazza comincia a percepire la pulsione all'isolamento sociale, senza però riuscire a elaborarla consciamente. Si accorge di provare malessere quando si relaziona con altre persone, trovando maggiore sollievo nella solitudine.
In questa fase, tuttavia, l'hikikomori prova a contrastare tale pulsione, continuando a mantenere delle attività sociali che richiedono un contatto diretto con il mondo esterno, nonostante il malessere provocatogli da quest'ultime lo portino a preferire le relazioni virtuali.
I comportamenti che caratterizzano questo stadio sono: il rifiuto saltuario di andare a scuola utilizzando scuse di qualsiasi genere, il progressivo abbandono di tutte le attività "parallele" che richiedono un contatto diretto con il mondo esterno (per esempio, le attività sportive), una graduale inversione del ritmo sonno-veglia e la preferenza per attività solitarie (soprattutto legate alle nuove tecnologie, come, per esempio, i videogames o il consumo sregolato di serie TV sui portali di streaming).
Secondo stadio
Il ragazzo o la ragazza comincia a elaborare consciamente la pulsione all'isolamento e ad attribuirla razionalmente ad alcune relazioni o situazioni sociali.
È in questa fase che si cominciano a rifiutare puntualmente le proposte di uscita degli amici, si abbandona progressivamente la scuola, si inverte totalmente il ritmo sonno-veglia e si trascorre la quasi totalità del proprio tempo chiusi nella camera da letto dedicandosi ad attività solitarie.
I contatti sociali con il mondo esterno si limitano ora quasi esclusivamente a quelli virtuali, coltivati attraverso il web soprattutto utilizzando chat, forum e giochi online. Viene mantenuto anche un rapporto (spesso conflittuale) con i genitori e gli altri membri della famiglia.
Terzo stadio
Il ragazzo o la ragazza decide di abbandonarsi completamente alla pulsione di isolamento sociale e si allontana progressivamente anche dai genitori e dalle relazioni sviluppate in rete.
Quest'ultime diventano per lui o per lei fonte di grande malessere, in un modo simile alle relazioni sociali canoniche.
L'hikikomori sprofonda in un isolamento pressoché totale, esponendosi a un grande rischio di sviluppare psicopatologie (soprattutto di natura depressiva e paranoide).
L'hikikomori non è statico
Ci tengo a sottolineare come queste fasi non siano da intendere in modo rigido, ma come un continuum dinamico che può comportare un'alternanza periodica tra i vari stadi, lunghi periodi di stabilizzazione, repentine regressioni, ricadute o miglioramenti.
È possibile, inoltre, individuare delle sottofasi intermedie. Il concetto importante, ciò che mi preme comunicare attraverso questo articolo, è che l'hikikomori non è un qualcosa di statico, ma una condizione instabile e in continua evoluzione.
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L'importanza della prevenzione
Una volta che l'hikikomori ha raggiunto il terzo stadio, riuscire a riportarlo alla vita sociale è molto complesso e spesso richiede un intervento lungo, intenso e articolato, che potrebbe durare potenzialmente anche anni.
Per questo motivo è fondamentale intervenire già nel primo stadio, quando si manifestano i primi campanelli d'allarme. In questa fase i genitori devono cercare di aumentare i momenti di comunicazione con il figlio, provando a indagare a fondo quali siano le motivazioni intime che provocano i comportamenti di isolamento.
Nel momento in cui si ha la percezione che tali comportamenti siano in fase di peggioramento e si avvicinino a quelli descritti nel secondo stadio, è importante che i familiari cerchino immediatamente il supporto di un professionista esterno, senza aspettare che l'isolamento si concretizzi.
Presidente e fondatore "Hikikomori Italia"
Ha un nome giapponese perché i primi casi si sono registrati in Giappone.
RispondiEliminaHikikomori letteralmente vuol dire "stare in disparte". Un adulto che sceglie di ritirarsi socialmente non è un hikikomori ma probabilmente un eremita .
(Non sono uno psicologo.)
Che vuole dire con "credo che la definizione sia molto più tranquilla"?
Errata corrige
RispondiEliminaSono stati* (non 'si sono')
Se vogliono stare sol che problema vi diamo, non vi rovinano la vita
RispondiEliminala rovinano a loro stessi. un giovane deve potersela cavare da solo, è a quello che servono i genitori. quando non ci saranno più loro a pagare le bollette e portare il cibo dentro la cameretta come pensate che se la possano cavare queste persone?
EliminaPossibile uno sviluppo in età adulta?
RispondiEliminaSto attraversando un periodo di seria repulsione nei riguardi del mondo intero, le mie relazioni sociali sono ridotte all'osso, esco poco di casa e se potessi non uscirei per niente... qualche consiglio?
Sì, assolutamente possibile. Consigli generici è sempre difficile darli, dovrei conoscere bene la tua storia. Quello che mi sento di dirti e di non abbandonarti alla pulsione di isolamento sociale, ma di contrastarla in ogni modo. Una volta che l'isolamento si concretizza è difficile da sconfiggere.
EliminaIo purtroppo ho una figlia di 15 anni ,che ormai da qualche anno ha questa cosa di stare sempre isolata .non ha alcun tipo di interesse se non quello Delle serie TV,e sempre giubdi morale ,non di lava volentieri eccc,non so più come fare per farla uscire da questa cosa
RispondiEliminaCiao, entra nel nostro gruppo dedicato ai genitori: http://www.hikikomoriitalia.it/p/gruppo-genitori.html
EliminaHo un figlio bellissimo di 14 anni che non vuole più andare a scuola. La storia comincia da un rapporto con un insegnante che gli ha consegnato un brutto voto facendogli capire che lui era sbagliato e il tutto davanti ai compagni. Sono 3 anni che fugge quando la situazione si ripresenta anche con altri , cambia scuole , ed ormai da 2 mesi non va più e la mattina resta chiuso in camera. Ha ancora contatti esterni con coetanei coi quali finge di andare ancora a scuola. Purtroppo ci sono tanti insegnanti incapaci di capire che ognuno ha la propria sensibilità e certe parole e atteggiamenti fanno danni pesanti. Lo facciamo seguire da tempo da psicologi ma anche qui è complesso trovare quello giusto e per noi genitori accettare.
RispondiEliminaCiao, ti invito a entrare nel nostro gruppo Facebook dedicato ai genitori dove troverai centinaia di altre famiglie che stanno vivendo o hanno vissuto un'esperienza simile alla tua: http://www.hikikomoriitalia.it/p/gruppo-genitori.html
EliminaNon credo a questa caso. Prima di tutto succede a paesi che hanno tutto ovvero il confort più appetibile. Ovvero a paesi occidentali o orientali ricchi. Quindi se hanno tutto a casa perché dovrebbero uscire? Secondo nessun medico ad esempio neurpsichiatra certifica questa "cosa". In Italia
EliminaHo un figlio di 23 anni che già da adolescente ha mostrato un carattere chiuso e con una visione pessimista e negativa della famiglia e della società. Spesso chiuso in camera con i videogiochi. Poche amicizie che ora non esistono nemmeno più. Ha un lavoro che all'inizio sembrava soddusfarlo ma ora non è più così e vorrebbe licenziarsi. Ha trovato lavoro poco dopo che il padre ha lasciato la famiglia per un'altra donna. Il figlio all'inizio credeva che il padre avesse lasciato solo me e che il suo rapporto col padre rimanesse vivo. Invece il padre si è risposato ed è andato a vivere en Germania. Il figlio ha capito che l'abbandono era anche suo. Non so se c'è relazione col peggioramento del figlio però la coincidenza temporale esiste. Vorrei poter intervenire prima che sia troppo tardi chiedendo aiuto a figure professionali che sanno come intervenire. Abitiamo a Roma. A chi rivolgersi?
RispondiEliminaCiao Fabrizia, entra nella nostra associazione dedicata ai genitori, troverai supporto e ti aiuterà a trovare la strada giusta da seguire con tuo figlio. Scrivi a info@hikikomoriitalia.it
EliminaMio figlio ha quasi 17 anni chiuso timido critico odia tutto e tutti scuola tra bocciature e assenze ad ottobre iniziera(iniziera ma dubito durerà molto)il recoprero di 2/3/4 liceo in scuola privata.Lui dal 1 aprile è fisso a casa ,uscite 1 volta al mese citta lontane da compagni conosciuti online durata di un paio di giorni.Mi odia nervoso .e ho parlato a scuola qui liceo scientifico di Empoli....nessun aiuto....medico di base nulla asl ...niente.Lui da una psicologa non andrà MAI ...Nessuna speranza..
RispondiEliminaIo per anni ho vissuto in un pseudo isolamento psicologico e sociale. Non era un vero e proprio isolamento fisico... uscivo e tutto il resto... però mi limitavo a fare determinate cose, non volevo relazionarmi a molta gente (tendo a balbettare e voglio nascondermi) e poi in casa mi chiudevo in stanza e nessuno doveva disturbarmi.
RispondiEliminaCrescendo tutto è cambiato, anche se riconosco moltissimi meccanismi hikikomori. Non è appunto un qualcosa di stabile, ma va a periodi...
Purtroppo ho subito svariati cambiamenti drastici nella mia vita. Per 10 anni ho abbandonato gli studi e la mia vita, obbligato a lavorare - anche in posti per me non idonei - e soffocando la mia volontà, il mio desiderio, i miei sogni.
Fatemi passare il termine, ma penso di essere passato da un comportamento hikikomori visibile ad uno interiore/invisibile. L'unica cosa che è rimasta è la mia stanza... quella rappresenta il mio massimo isolamento, quando sono in casa. Si c'è il pc, la serie tv, il libro... ma non è quello... è il Silenzio. Io ricerco quello. Il silenzio per me stesso, tanto che a volte vorrei zittire persino la mente. Il desiderio di andarmene chissà dove senza nessuno... Non a caso molti anni fa allontanai tutti (famiglia e amici) restando solo. Tendo spesso a fare tabula rasa attorno a me... Non so spiegarlo quello che sento dentro...
Ho voluto condividere un po' della mia storia e del mio pensiero. Penso che questa vostra iniziativa serva a comprendere meglio il tutto e accettarsi. Ci sono svariate forme di hikikomori, come anche di altre pseudo patologie, quindi... già l'essere qui a condividere un'esperienza è tanto.
Grazie di aver condiviso i tuoi pensieri, un modo per imparare a stare con gli altri è ascoltare, credo che chi è stato molto isolato sia capace di farlo, paradossalmente, proprio perché sa rispettare il silenzio.
EliminaQuindi bisognerebbe iniziare a dare giustizia a questi bisogni. Il desiderio di silenzio è un bisogno della persona ipersensibile ed è un modo per connettersi con quella parte di sé che giace ad una profondità maggiore. Forse è il tentativo di fuggire ad un mondo ipercompetitivo, basato sulle apparenze, superficiale ed anche qui ritroviamo una legittimità che dovrebbe aiutarli a non sentirsi sbagliati o soli ma semplicemente diversi ed unici. Gli adolescenti in questi anni stanno assistendo a cambiamenti epocali e sanno che il loro futuro è un'incognita. Il sistema si sta sgretolando dalla base. A partire dalla famiglia tutto sta mutando forma e ciò che era assurdo qualche anno fa ora è routine. Per noi genitori il consiglio è sempre quello di essere recettivi e accettare ciò che si vede. Forse siamo noi a dover mutare, per entrare in contatto col futuro, senza giudizio né critica, solo ascolto.
EliminaMio figlio ha 15 anni. Ho letto i vostri articoli e ci sono molte caratteristiche che corrispondono in pieno. Rofiuta qualsiasi aiuto e io sono molto preoccupata.
RispondiEliminamio figlio ha 16 anni è molto bravo a scuola ma non esce con amici e sta volentieri in casa a giocare. Magari anche con compagni.non ha stimolo e piacere a uscire con amici se non raramente. Devo capire se necessario intervenire e come. Grazie
RispondiEliminaTi aspettiamo nella nostra associazione, a partire dal gruppo Facebook: https://www.facebook.com/groups/hikikomoriitaliagenitori/
EliminaRimanere da sole perche donne, lo capisci quando le tue amiche trovano un fidanzatino e a te ti lasciano sola come un cane , con chi esci? Questo spero non sia sintomo di un hikikimoro
RispondiEliminaHo 52 anni e non esco di casa da 2 anni, neppure in giardino.
RispondiEliminaLavoravo all'estero ma ho perso il lavoro.
Ho 3 figlie perciò si comprende il disagio.
Non voglio contatto di persona e neppure con telefono ecc.
Ho scritto qui dopo un lungo silenzio per dire che non è una prerogativa giovanile.
Cordialità.
Mio figlio ormai 37 anni ha passato tutti gli stadi descritti. Non ha mai voluto saperne di essere aiutato. Noi genitori abbiamo scoperto questa malattia troppo tardi. Adesso va così così. Però molto meglio. È passato molto tempo. Nessuno ha mai capito e noi non abbiamo più insistito. Per gli altri mio figlio è un fannullone. All'inizio lo abbiamo creduto anche noi genitori. Grazie a voi ho scoperto cos'ha, ma è impossibile convincerlo a fare qualsiasi cosa tantomeno rivolgersi a supporti psicologici. Tra l'altro lui non sa che noi sappiamo qual è il suo malessere. Non lo saprà neanche lui (?)
RispondiEliminaMi scriva a marco.crepaldi@hikikomoriitalia.it (la metto in contatto con il gruppo regionale di genitori della sua regione).
EliminaMio figlio ha 35 anni.Lavora a computer.Stress perche' dovrebbe lasciare casa x lavorare con altri a Londra.A chi mi rivolgo per aiutarlo.? Genitori separati
EliminaIntanto complimenti per il vostro impegno e contributo per una tra le tante condizioni umane che richiede una comprensione specifica e mirata.
RispondiEliminaCome avete già affermato, quella del hikikomori è una condizione dinamica che non si conclama in modo definito, ma che subentra per stadi e con l'avanzare del tempo.
Dato che penso di essere stato anch'io in qualche modo interessato, forse in blanda maniera, da questa condizione, posso dire che il confine tra il trovare un equilibrio vitale e il piombare nella patologia può essere molto sottile. Ricordo nel mio caso gli stenti del periodo scolastico, mentre per la fase lavorativa non ho avuto di sorgrossi problemi. Denominatore comune, invece, in ogni fase della mia vita è stato ed è un isolamento sociale adottato in tutte le occasioni in cui posso concedermelo.
Il risultato, ad esempio, è quello di non avere nessun amico. Non nascondo che l'interazione a livello privato con gli altri mi comporti un certo grado di difficoltà e disagio i quali, piuttosto che stare a chiedermi il perché avvengano, preferisco ormai saltare a piè pari con la convinzione che non sto perdendo nulla di importante. Ed è una vera convinzione, se devo essere sincero, dato che oltre alla sensazione di vivere relazioni sterili, ho sempre pensato che tutte le relazioni richiedessero impegno e investimento a livello più alto. Quindi oltre che alla delusione, anche la convinzione che tutto questo comporti un impegno che vada oltre le mie possibilità.
Comunque, riguardo questa condizione, voi parlate giustamente di stadi. Aggiungerei che all'interno di questi stadi vi siano anche determinati gradi di "patologia" che, prima ancora di stabilire il livello di disagio dell'individuo, mettono alla luce il loro grado di sensibilità. Pertanto vorrei spezzare una lancia a favore di queste persone che spesso sono caratterizzate anche da una coscienza e un'etica forse più attenta. È un vero
peccato che il risultato sia quello del proprio annullamento.
Concordo su tutto
EliminaBuonasera, sono la madre di un ragazzo di 21 anni e mezzo isolato in casa da quando ha 15/16 anni. Ha finito gli studi alla scuola privata frequentando pochissimo. Passa tutto il tempo in cameraval Pc, dorme il giorno ed è sveglio di notte. Vorrei confrontarmi con il gruppl genitori di facebook. Ho fatto la richiesta ma non riesco ad accedere alle domande. Che posso fare? Grazie
RispondiEliminaCiao,
RispondiEliminaMagari nessuno risponderà ma io ci provo comunque
Ebbene credo di essere anch'io un hikikomori
Ho 16 anni , e non esco mai con i miei amici (questa storia va avanti da un annetto)
mi rifiuto di uscire nonostante loro ci provino sempre a invitarmi
Anche se in realtà vorrei uscire con loro
Probabilmente ho paura di come mi giudicano le altre persone che fanno parte del gruppo
Parlando di vita sul web.. Trascuro e tratto male anche gli amici che mi sono fatto lì
Fa parte del mio carattere scherzare con piccoli "insulti" ma penso che loro non mi capiscano
Scrivo qui perché vorrei ricevere dei consigli da persone che ne sanno qualcosa sull'essere hikikomori o Su come non isolarsi
Salve ho un figlio di 22 anni che è sempre stato appassionato di video giochi e putroppo sempre piu solo , alcuni obbiettivi e riuscito ha raggiungerli ma con tanta insistenza si è diplomato ha preso la patente l ho spronato va per dortuna in palestra perché è stato uno sportivo prima calciatore , ma ultimamente gli amici sono quasi spariti tutti ovviamente perché lui non cerca nessuno è un ragazzo gentile bello e anche intelligente mi fa male il cuore vederlo così mi volevo rivolgermi a un professionista secondo me già depresso ma ho sempre cercato di parlare con Lui è dirle di andare insieme da uno psicologo per liberarsi di questo disagio .
RispondiEliminaGrazie se potete consigliarmi una
terapia on line o altro