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All'interno della New Start (Parte 1)




Questo post nasce in risposta alle richieste di informazione che ho ricevuto circa la New Start, l’organizzazione no profit, con sedi in Giappone, Italia, Filippine e Australia, che si occupa di aiutare tutti quei ragazzi con difficoltà di comunicazione e di integrazione sociale, in particolare gli hikikomori. Ne ho già parlato in un precedente post che, ad oggi, è uno di quelli che ha ricevuto più visite. Ciò mi ha fatto capire l’interesse che c’è nei confronti di questa organizzazione e la curiosità che suscita.





Per quanto mi riguarda, è stato impossibile recuperare informazioni su internet. Ma grazie alla testimonianza di una ragazza italiana (Alessandra), che ha prestato volontariato presso la sede della New Start in Giappone, mi è oggi possibile darvi qualche informazione in più circa le modalità di ingresso e le dinamiche di questa importante organizzazione.

L’intervista è avvenuta in forma scritta, quindi ho deciso di proporvi il testo originale della stessa, senza alcuna modifica da parte mia.

Perché hai deciso di entrare nella New Start?

Ho deciso di provare questa esperienza con la New Start inizialmente perché dopo la laurea avrei voluto provare a lavorare di nuovo in Giappone (avevo già avuto esperienze lavorative precedenti) e mi è sembrata una buona opportunità, avendo la possibilità di lavorare e nel contempo di essere utile ai ragazzi e all’associazione per il lavoro che avrei fatto.

Come sei entrata a contatto con la New Start?

A quel tempo (circa 3 anni fa) frequentavo il secondo anno della ex facoltà di studi orientali a Roma e parlando con dei miei compagni di corso loro mi hanno parlato di questa associazione. Inizialmente  avevo pensato di fare domanda, ma poi mi sono tirata indietro in un primo tempo perché pensavo che il mio livello di Giapponese non fosse abbastanza avanzato.

Dove si trova la sede in cui hai prestavo volontariato?

A confine tra Tokyo e la prefettura di Chiba. Lì c’è l’ufficio principale, la New Start ha anche una sede ad Osaka  ma non so se sia ancora operativa al 100% o serva solo per tenere i contatti e svolgere alcuni lavori burocratici.

Quali competenze ti sono state richieste?

Solo la conoscenza del Giapponese ad un livello intermedio/avanzato. La NS non richiede particolari  competenze lavorative, in quanto i ragazzi che fanno volontariato servono principalmente per coinvolgere i ragazzi hikikomori che lavorano alla NS. Per questo in genere cercano persone estroverse che possano più facilmente entrare in comunicazione con loro.

L’ostacolo più difficile da superare per far parte della cooperativa?

A mio parere non ci sono particolari ostacoli. Un grande scoglio è sicuramente legato alla conoscenza della lingua, in quanto la comunicazione sia con lo staff che con i ragazzi si svolge al 100% in Giapponese. In genere sono ben voluti tutti i volontari, a patto che si diano da fare e non prendano il periodo di soggiorno alla New Start solo come un “appoggio” per poter stare in Giappone.

Conoscevi il fenomeno degli hikikomori prima di entrare nella New Start?

Si, ne ero a conoscenza. Sicuramente lavorando con loro sono riuscita sia a saperne di più sia a capire meglio il fenomeno.

Quanto è durata questa esperienza?

3 mesi

Perché è terminata?

Perché il periodo di soggiorno massimo in Giappone senza visto sono proprio 3 mesi. A prescindere da questo, in generale la NS cerca volontari per un periodo minimo di 2 mesi ad un massimo di 3. In questo modo riescono ad avere più ricambio di personale ed è una buona cosa anche per i ragazzi che possono entrare a contatto con persone diverse.

Come la valuti?

Io la valuto positivamente. Mi ha permesso di capire aspetti della cultura giapponese radicati ormai nella società moderna, ma di cui in Giappone non si parla molto. Le famiglie che si rivolgono alla NS per cercare di aiutare qualcuno dei propri figli/familiari diventati hikikomori sono moltissime (una volta ho aiutato ad affrancare delle buste con dei volantini da inviare alle famiglie che li avevano richiesti e ne abbiamo contate più di 1000!) ma in realtà solo una piccola percentuale decide poi di affidarsi all’associazione. Nella stragrande maggioranza dei casi le famiglie si vergognano di chiedere aiuto.

Sei mai entrata a contatto con un’hikikomori durante il tuo volontariato?

Si, tutti i ragazzi che sono nell’associazione “erano” hikikomori, compresa la maggior parte dello staff che ora lavora alla NS. Ho usato le virgolette perché già quando questi ragazzi vengono portati fuori dalle loro camere e messi ad abitare nel dormitorio della NS, hanno in minima parte perso quello che li rendeva hikikomori. Certo molti di loro appena arrivati non parlano, se ne restano a mangiare da soli al tavolo della mensa comune, ma in genere pian piano riescono a capire l’opportunità che gli è stata offerta e si danno da fare. Ci sono dei ragazzi che dopo 8 mesi/1 anno di lavoro con la NS sono riusciti a trovare un lavoro part-time, riuscendo ad essere integrati in minima parte nella società. La NS organizzava anche dei Rental, una parola che viene usata esclusivamente in riferimento agli hikikomori. Con Rental si indica l’atto di andare a trovare un ragazzo/a hikikomori  per convincerlo a venire nell’associazione e ad abbandonare la sua condizione. Purtroppo io sono stata occupata con il lavoro e non ho potuto parteciparvi, ma in genere è chiesto anche ai volontari Italiani di accompagnare lo staff in queste occasioni. Inoltre alle ragazze che fanno volontariato in genere vengono affidati degli appartamenti dove vive anche una coinquilina hikikomori. (Anche se il numero delle ragazze è sempre inferiore a quello dei ragazzi. Nel mio caso quando sono stata alla NS c’erano 2 ragazze contro i circa 30 ragazzi).

Che tipo di mansioni svolgevi prevalentemente per la New Start? Corrispondevano a quelle che ti aspettavi quando hai deciso di entrare?

La NS  gestisce un cafè, una mensa, una panetteria ed un centro ricreativo per anziani. Ai volontari è richiesto di lavorare in diversi turni in questi locali, in ogni turno lavorano un volontario e 2-3 ragazzi hikikomori a cui è affidato il locale. Nella panetteria e nel centro anziani si è affiancati anche da personale qualificato che gestisce i locali. Spesso sono organizzati anche altri eventi a cui si può partecipare, soprattutto in estate si preparano dei banchetti per i mercati delle feste di paese (matsuri). Quando ho fatto richiesta alla NS mi è stato spiegato nei dettagli tutto quello che dovevo fare e le ore che avrei dovuto lavorare, perciò quello che ho trovato era quello che mi aspettavo. Ovviamente come in ogni altro lavoro in Giappone molto spesso ci è stato chiesto di fare degli straordinari, ma lì è una consuetudine che non si può evitare e ad ogni modo io li ho fatti molto volentieri.

Vuoi aggiungere qualcosa?

Inizialmente ero un po’ preoccupata da quello che avrei trovato arrivando alla NS, anche perché non avevo mai avuto esperienze di contatto con ragazzi hikikomori. Ho potuto vedere come sia difficile per loro integrarsi anche in un ambiente ristretto e tutelato come quello della NS, ma ognuno di loro cerca di darsi da fare, perciò andando avanti ti viene spontaneo voler dar loro una mano. Logicamente il tempo di adattamento cambia da persona a persona, ci sono ragazzi che sono andati via dopo 3 mesi, altri dopo un anno, altri che dopo 3 anni sono ancora lì. Un consiglio che do è prendere a cuore la loro causa, soprattutto noi Italiani che con il nostro carattere siamo davvero adatti a spronare le persone. Io ho trovato cari amici tra questi ragazzi, con cui spero di continuare a rimanere in contatto. Per quanto io ne possa parlare bene non è un’esperienza da prendere sottogamba, lo staff è esigente e rimane comunque giapponese, quindi bisogna cercare di comprendere la loro cultura e i loro comportamenti per cercare di stabilire una convivenza pacifica. Per il resto vedrete che i vostri sforzi verranno in qualche modo ripagati, soprattutto quando un ragazzo che per due mesi non ha rivolto la parola a nessuno riuscirà a guardavi negli occhi e darvi il buongiorno!

Spero che questa intervista possa essere utile a coloro che desiderano intraprendere la stessa esperienza di Alessandra e, allo stesso tempo, possa essere una risposta a chi si chiedeva quali fossero le modalità di aiuto per gli hikikomori attivate in Giappone.


E in Italia?


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